Al via la campagna di raccolta firme per portare in parlamento la Prima Legge di Iniziativa Popolare Rifiuti Zero. La raccolta delle firme partirà in tutta Italia il 14 Aprile 2013 in occasione del “Firma Day Rifiuti Zero”.
A Bagheria sarà possibile firmare dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20 in due punti della città: Corso Umberto I (di fronte Palazzo Alfano) e via Mattarella (zona uffici comunali) mentre ad Aspra in via Francesco Tempra (lungomare).
In un comunicato si legge che “presentata da 14 cittadini in rappresentanza di una rete di oltre 150 associazioni, movimenti e comitati in tutta Italia, la rivoluzionaria proposta mira a far rispettare le priorità definite dall’Unione Europea in materia di rifiuti.
Tenendo conto in particolare di alcuni aspetti prioritari: economia, salute, ambiente, legalità.
Economia: “La collaborazione di 50 centri di ricerca in 20 nazioni, in 20 anni di lavoro, ha prodotto un software che consente di verificare il danno provocato da una specifica fonte inquinante, a partire dai dati dichiarati dall’impresa. Grazie a questo strumento si può stimare che gli inquinanti emessi dall’incenerimento dei rifiuti costano oltre 21€/t contro i 12€ che si spenderebbero per il loro conferimento in discarica. Significa che 400.000 tonnellate di rifiuti bruciate in un anno potrebbero comportare una spesa per i danni provocati alla salute e all’ambiente di circa 8.480.000€. Dopo 20 anni di attività, pari alla combustione di 4.000.000 di tonnellate di rifiuti, i costi esterni potrebbero ammontare a circa 169.600.000€.” La Commissione Europea, in occasione della pubblicazione lo scorso gennaio del “Rapporto sulla gestione dei rifiuti” ha reso noto che una corretta gestione dei rifiuti produrrebbe 2.400.000 posti di lavoro oltre che salute e benessere.” (Giovanni Chirga);
Salute: Gli inceneritori comportano l’immissione in atmosfera di milioni di metri cubi al giorno di fumi inquinanti contenenti diverse migliaia di molecole tossiche inquinanti, di cui solo il 10-20% è conosciuto. Fra i principali inquinanti ricordiamo: polveri grossolane (PM 10), fini (PM 2,5) e ultrafini (PM<0 .1=”” b=”” m=””> – dette anche nanopolveri – composti organici volatili, ossidi di azoto ed ozono, metalli pesanti, idrocarburi policiclici, benzene, esaclorobenzene, policlorobifenili e diossine.
Si tratta di sostanze estremamente pericolose, persistenti e accumulabili negli organismi viventi, spesso già identificate come cancerogeni certi ed i cui gravissimi effetti sulla salute vanno dalle patologie respiratorie a quelle cardiache e tumorali ma anche a danni neurologici nonché alterazioni del sistema endocrino, metabolico, riproduttivo, immunitario, con danni che sono assolutamente più rilevanti per gli organismi più suscettibili quali embrioni, feti, neonati, donne e bambini. Sempre più attenzione desta poi il particolato ultrafine… Grazie alle loro dimensioni queste particelle sono in grado di attraversare la parete alveolare, entrare nel circolo sanguigno e giungere in ogni distretto dell’organismo: i danni che ne conseguono sono rappresentati da stress ossidativo, stato di infiammazione generalizzato, aumento della viscosità del sangue, alterazione delle più delicate funzioni cellulari ed effetto genotossico e, di conseguenza, cancerogeno;
Ambiente: Incenerire rifiuti non significa eliminare le discariche perché ogni tonnellata di rifiuti bruciati produce 300 kg di scorie e ceneri tossiche che vanno stoccate in discariche per rifiuti speciali. Incenerire rifiuti significa consumare un enorme quantitativo di acqua usata per raffreddare scorie e ceneri (circa 2.5 metri cubi ogni tonnellata). Un inceneritore produce energia in misura minima a causa dei suoi bassi rendimenti e, se si tiene conto di tutto, finisce per consumare molta più energia di quanta ne produca;
Legalità: Solo in Italia l’incenerimento è un affare grazie ai contributi statali (CIP6 e Certificati Verdi) finanziati con le nostre tasse. Negli altri paesi europei l’uso degli inceneritori è invece tassato proprio per evitare il proliferare di tali impianti e per favorire la raccolta differenziata. L’Unione Europea ha avviato procedure d’infrazione all’Italia per gli incentivi dati dal governo per produrre energia bruciando rifiuti: i famigerati CIP 6 che paghiamo con le nostre bollette (Italia Nostra).
Ed è proprio al rispetto delle leggi europee che si ispirano le linee direttrici della proposta.
Le finalità generali del presente disegno di legge di iniziativa popolare si fondano sulle seguenti linee direttrici:
1. Far rientrare il ciclo produzione-consumo all’interno dei limiti delle risorse del pianeta
2. Rispettare gli indirizzi della Carta di Ottawa, 1986
3. Rafforzare la prevenzione primaria delle malattie attribuibili a inadeguate modalità di gestione dei rifiuti
4. Assicurare l’informazione continua e trasparente alle comunità in materia di ambiente e rifiuti;
5. Riduzione della produzione dei rifiuti del 20% al 2020 e del 50% al 2050 rispetto alla produzione del 2000;
6. Recepire ed applicare la Direttiva quadro 2008/98/CE
7. Recepire ed applicare il risultato referendario del giugno 2011 sull’affidamento della gestione dei servizi pubblici locali
Per perseguire le suddette finalità, il presente progetto di legge contiene una serie di misure finalizzate a:
1. Promuovere e incentivare anche economicamente una corretta filiera di trattamento dei materiali post-utilizzo;
2. Spostare risorse dallo smaltimento e dall’incenerimento verso la riduzione, il riuso e il riciclo;
3. Contrastare il ricorso crescente alle pratiche di smaltimento dei rifiuti distruttive dei materiali;
4. Ridurre progressivamente il conferimento in discarica e l’incenerimento;
5.Sancire il principio “chi inquina paga” prevedendo la responsabilità civile e penale per il reato di danno ambientale;
6.Dettare le norme che regolano l’accesso dei cittadini all’informazione e alla partecipazione in materia di rifiuti.”