Fra gli organizzatori della marcia contro la mafia del 26 febbraio 1983, non hanno voluto perdersi il trentennale della manifestazione. Lo hanno fatto con comprensibile emozione.
30 anni fa sfilarono mano nella mano, fidanzati da qualche mese, ieri lo hanno fatto da marito e moglie. Qualche capello bianco, lo stesso sorriso e gli sguardi sognanti di allora. Sono Giovanni e Rosa Puleo.
Non sono mancati all’appuntamento. Non lo avrebbero fatto per niente al mondo.
La marcia di 30 anni fa rappresentò un momento fondamentale nella loro vita.
“Noi festeggiamo sempre il 26 febbraio -dice Rosa visibilmente commossa- gridare no alla mafia, all’epoca non era semplice. Quel giorno per noi rimarrà incancellabile”.
Nelle parole di Rosa e Giovanni si coglie la nostalgia di quei momenti. Ma la loro è un nostalgia positiva.
Giovanni imbraccia una bandiera della Cgil e parla delle fasi organizzative di quella giornata particolare di 30 anni fa.
“Ad organizzarla siamo stati noi ragazzi di Futura Spazi Creativi con il Comitato studentesco di Palermo. Andammo nelle scuole ad invitare gli studenti. Arrivarono ragazzi da tutta la Sicilia. Fu davvero incredibile. Non fu semplice organizzare quella manifestazione. Non c’erano telefonini, né Ipod. Adesso vediamo anche dei bambini e questo è molto positivo.”
Sono passati 30 anni. Molto è cambiato. La mafia non è stata ancora sconfitta. Ha subito duri colpi. Ma nella gente c’è la consapevolezza che le cose possono cambiare. Se non fosse così, non ci sarebbero manifestazioni come quella di ieri e soprattutto come quella di 30 anni fa.
Giovanni e Rosa sono l’emblema di una generazione che non si è piegata. Nei loro occhi c’è la speranza e la certezza che prima o poi si tornerà a respirare aria pulita nel segno della libertà.
sopra Giovanni e Rosa Puleo
sotto una foto della marcia del 26 febbraio 1983