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giovedì 26 Dicembre 2024

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Tutti a casa?

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di Domenico Aiello
Nella pur scarsa memoria storica del popolo italiano si ricorda con questa frase lo sfacelo della nazione durante la seconda guerra mondiale quando la monarchia sabauda firma l’armistizio, l’Otto Settembre del 1943, con gli Alleati angloamericani e l’Italia si ritrova in guerra contro la Germania nazista, fino al giorno prima nostra alleata. L’esercito è lasciato senza ordini da una monarchia in fuga, il paese è attraversato dagli  eserciti alleati  spesso diffidenti e ostili e dall’ ex-alleato tedesco spietato e vendicativo, scoppia la guerra civile con il suo carico di tragedie e rovine , infine la Liberazionee il durissimo compito di ricostruire il Paese.
Tutto si racchiude nell’immagine di un esercito stanco e sfiduciato che abbandona tutto e tutti per correre verso la propria casa sperando di ritrovarla accogliente e che, riacquistata la speranza in un’Italia migliore, sa anche avere la forza di combattere e  far rinascere un nuovo Paese. Il bellissimo film di Comencini, appunto Tutti a casa, più di cinquanta anni fa raccontava la fine di una nazione e la sua rinascita. Ed oggi?
Ci preoccupa il declino economico insieme al disfacimento sociale e morale; la mancanza di certezze per sé e per i figli; la lotta per la sovranità fra Stato, Regioni, Province e Comuni , la guerra civile silenziosa fra partiti, giornali, potentati economici, movimenti sociali . Tutto ciò avviene senza le tragedie della guerra ma con molte sofferenze collettive: la crisi economica, la disoccupazione, la povertà crescente, il disagio sociale, gli scontri, i suicidi diffusi anche tra imprenditori, professori, studenti oltre che fra gli operai.
E infine il Dissesto … dei Comuni, delle Regioni e della Repubblica … è da anni che sentiamo dire che siamo sull’orlo del baratro … magari ci siamo già caduti e non lo ammettiamo!
Non è in discussione il problema ragionieristico -politico di chi ha commesso più errori, o di chi è più responsabile: pur nella macchinosità giuridico- amministrativa delle nostre leggi qualcuno cercherà di sistemare i conti e, si spera, anche di individuare le responsabilità; però al di là di questo tutti i cittadini sanno che ancora una volta saranno loro a pagare i buchi del bilancio (comunale e statale). Nel momento di crisi attuale ciò aggrava ancora di più la già difficile situazione delle famiglie e delle imprese.
Cosa dovrebbero fare i nostri cari, anzi carissimi, politici in un Comune che sarà governato, nella sostanza delle cose, da Commissari?così come i governi nazionali commissariati dai più potenti Paesi europei? Scappare a casa non si può perché già a casa ci siamo e quindi solo l’ammissione del proprio fallimento come classe politica e sindacale sembra la soluzione più etica e più utile. C’è da ricostruire dalle fondamenta un nuovo modello della società italiana e serve l’impegno di tutti: giovani e anziani purché disposti a creare futuro per tutti, non solo per le proprie clientele e famiglie.
L’onestà e la competenza, il senso civico e la voglia di lottare, nel Sud come nel Nord, contro il malaffare e le mafie, non sono, per fortuna, patrimonio di un’unica parte politica anzi sono state mortificate e derise da una minoranza arrogante e disonesta ma il popolo sovrano ha in sé sempre la forza di riprendere la guida della nazione e di scegliere una nuova dirigenza politica.
Se i partiti e i leader che hanno fallito non servono più si cambiano con il voto e l’impegno e non stando a casa a viririsi a vista ri l’astraco.
I politici bagheresi valuteranno se rimanere in carica e darsi prigionieri oppure dimettersi e favorire il ricambio ritornando, se ne saranno capaci, a fare politica con la città .
Gli scienziati dicono che il clima è cambiato e si è fatto più ostile verso la specie umana. Anche i cittadini risentono di questi cambiamenti ma, diversamente dalla Natura, prima o dopo, l’umanità prende coscienza del proprio bene comune minacciato e reagisce.
Bisogna fare bene le cose per meritare fiducia, diceva una vecchia pubblicità…è ora di mettere da parte le vecchie storie e di riprendersi il futuro.
 

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