La coordinatrice della rete scolastica “Bab El Gherib”, Vittoria Casa, in una nota, sottolinea che bisogna puntare sulla cultura e sulla scuola pubblica. Di seguito la nota inviata alla nostra redazione. “La conoscenza, l’istruzione e la formazione sono diritti essenziali di cittadinanza e di democrazia, eppure mai come in questi ultimi decenni tali diritti, costituzionalmente sanciti, sono messi in crisi da politiche scolastiche nazionali, regionali e locali che sembrano andare nella direzione opposta. Da tempo non si investe nella scuola pubblica, andando nei fatti contro gli obbiettivi di Europa 2020 fissati per la scuola e l’Università: abbassare il tasso di abbandono scolastico al 10%, aumentare al 40% il numero dei giovani diplomati e laureati, investire il 3% del PIL su ricerca e sviluppo.
E’ largamente risaputo che in momenti di grave crisi economica e sociale investire sulla conoscenza, l’innovazione e la ricerca è la strada maestra per trovare nuovi percorsi finalizzati all’occupabilità e alla coesione sociale. E’ quello che succede negli Stati Uniti ed in gran parte degli Stati Europei: l’Italia va in controtendenza: piuttosto che investire su istruzione e formazione opera tagli orizzontali “tout court” con l’unico obiettivo di arrivare al pareggio di bilancio. La scuola, cosi come i servizi sociali, non può essere trattata come un qualunque capitolo di bilancio.
La scuola pubblica, sottolineiamo pubblica, ha bisogno di investimenti seri e corposi, di una riforma degli ordinamenti organica e coerente, di valorizzazione delle risorse umane e professionali tagliando anche sugli sprechi che sicuramente nel tempo si sono avuti, ma avendo un unico obiettivo: assicurare un’Istruzione qualificata a tutti i giovani e le giovani, futuri cittadini italiani.
Invece da troppi anni assistiamo ad una politica scolastica che toglie risorse e qualità al servizio erogato, che lede il diritto al successo scolastico di tutti e di ciascuno, compresi gli alunni diversamente abili, troppo spesso dimenticati. La scuola, soprattutto in tessuti sociali difficili e complessi, è stata e vuole continuare ad essere presidio istituzionale di crescita e coesione umana e sociale, centro propulsore di servizi di qualità, laboratorio culturale di integrazione territoriale. Tutto questo, oggi, appare incerto: è necessario invertire la rotta, riportare al centro dell’agenda politica il mondo dell’istruzione, dell’università e della ricerca, ridando credibilità sociale agli operatori scolastici e all’istituzione Scuola.
Prendiamo volentieri a prestito un’efficace citazione di Dario Fo di qualche anno fa: “La cultura non si mangia? È un’idea meschina e ottusa: non si vuole capire che una mente, un corpo senza cultura è come un vaso vuoto. È proprio nei momenti di crisi che bisogna ridare cultura.”
Investire nella cultura, aggiungiamo noi.”