di Pino Grasso
La crisi economica in cui versa l’amministrazione comunale si ripercuote anche sui servizi sociali essenziali come quello che svolge la “Casa Amaltea” a Bagheria che rischia di chiudere i battenti.
Gli operatori che svolgono la loro attività a vantaggio di bambini provenienti da famiglie disagiate e multiproblematiche, da oltre 17 mesi non percepiscono gli stipendi e non sanno più a che santo votarsi. Un appello all’amministrazione comunale viene lanciato da padre Salvatore Lo Bue, direttore della “Casa dei giovani” che gestisce la struttura e condivide con gli operatori la grave situazione in cui si trovano. “Se l’amministrazione comunale non trova una soluzione – dichiara – sarà costretto a rivolgermi al Prefetto e al Presidente del Tribunale dei minori a cui chiederò di affidare ad altre strutture il servizio”. In tutti questi mesi i nostri operatori hanno esaurito il giro dei parenti, delle banche e delle società finanziarie a cui rivolgersi e vivono una situazione davvero drammatica al limite della sopravvivenza.
“E’ soltanto grazie al loro senso del dovere che continuano a garantire assistenza ai minori – aggiunge – ma qualsiasi altro lavoratore, nelle stesse condizioni avrebbe organizzato uno sciopero ed incrociato le braccia da mesi. Il paradosso sta proprio in questo che i lavoratori, nel caso si astenessero dalla loro attività verrebbero denunciati per abbandono di minori”.
La casa famiglia “Amaltea” ospita una decina di minori di età compresa tra i 6 e i 12 anni assegnati su decreto del Tribunale di Palermo che vengono assistiti curati ed assistiti giorno e notte per un periodo anche superiore ad un anno, successivamente vengono affidati a famiglie che ne fanno richiesta e che possiedono i requisiti di legge.
La struttura è ospitata in una palazzina di via Filippo Buttitta composta da due piani e un vasto terrazzo in un bene confiscato alla mafia assegnato al Comune, dove fino a qualche anno fa c’era una avviata pizzeria è stato ristrutturato anche grazie ai fondi messi a disposizione dal Rotary club cittadino. “Come affermato in questi giorni dal presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco – conclude padre Lo Bue – porteremo la nostra indignazione nei confronti degli amministratori che non si rendono conto come questi fondi sono sottratti ai servizi sociali e ai poveri”.