Secondo le sue profezie gli rimanevano da vivere poco meno di vent’anni e in questo tempo avrebbe riempito l’Italia di opere d’arte con finitura in vernice fotocatalitica trasparente che purifica gli ambienti.
“Il 5 aprile 2040 a Pantelleria, il vulcano Gelfkamar, dopo tre giorni ininterrotti di eruzioni, aveva letteralmente coperto di lava e cenere il sito archeologico di Cimillia, inclusi i suoi famosi reperti, i Sesi, risalenti al 3800 a.C. (…) Dai documenti catastali rinvenuti negli archivi comunali, si apprese subito che il proprietario era stato proprio un pittore Filippo Panseca che in vita aveva abitato la casa con la sua famiglia e dopo la sua morte, avvenuta prima dell’eruzione, la casa era passata in eredità ai figli Massimiliano e Giorgia e successivamente ai loro figli”.
Per questo la notizia ci ha colto tutti di sorpresa.
Chi era Filippo Panseca? Cresce artisticamente a Milano dove fonda la Cattedra di Computer Art presso l’Accademia di Brera.
Artista poliedrico e ricercatore è considerato uno dei padri della computer art.
Il suo esordio a livello nazionale è del 1969, con una mostra curata da Gillo Dorfles nella galleria Lucio Amelio e nella galleria L’Obelisco; l’anno successivo espone alla galleria Apollinaire di Milano con una mostra curata da Guido Ballo e Pierre Restany. Sempre nel 1970 orienta la sua ricerca su l’arte biodegradabile che sarà teorizzata da Pierre Restany e Guido Ballo.
Panseca continuerà ad esporre in Italia ed all’Estero in importanti Gallerie, (l’Obelisco di Roma, Lara Vincy di Parigi, Il Naviglio di Milano, l’Accademia di Brera) e rassegne quali: Quadriennale di Roma, Biennale di Venezia, Salon International d’Art Contemporain, Art Basel, Triennale di Milano, eccetera, arricchendo i suoi cataloghi con testi di autorevoli critici.
L’ultima sua esposizione è stata a Bagheria al “Centro Studi Angelo Fiore” dove ha presentato per la prima volta le sue “opere bioniche foto catalitiche nano tecnologiche” che convivono con la natura bonificandola passivamente senza bisogno di altro che della luce U.V. solare o in ambiente chiuso U.V. artificiali.
All’alba del terzo millennio Panseca abbandona la nevrosi delle megalopoli e si ritira a Pantelleria in solitudine, qui medita, studia, scrive ed attraverso la sua arte contribuisce a disinquinare l’ambiente.
Panseca era nato a Palermo nel 1940, muore a Pantelleria la notte del 24 novembre 2024.
Da Bagheria, città che amava frequentare per l’amicizia che un tempo lo legava a Emilio Murdolo e in tempi più recenti a Giulia, Ezio, Anna, Giovanna, Daniela, Emma, Pino, Santo, Franco, Maurizio, Nino, Lillo, Toni, Jessica, Adalberto e tanti altri, gli giungano gli auguri per un sereno viaggio verso il mondo celeste che amava esplorare con riconosciuta passione.
La Foto: Giulio Andreotti e Filippo Panseca