Il parroco di Altavilla Milicia Salvo Priola, si è stretto ai feretri di Kevin ed Emmanuel, i due giovani di 16 e 5 anni massacrati dal padre e dai complici, La bara della mamma Antonella è rimasta a Palermo per ulteriori accertamenti.
Il parroco durante l’ultimo saluto nella camera ardente allestita al Comune di Altavilla Milicia, ha espresso parole chiare. “Perché un cristiano possa dirsi tale, deve sempre avere il crisma del dono della propria vita e per la vita degli altri -ha detto-. Per questo non possiamo riconoscere in alcun modo in ciò che è accaduto nulla di cristiano. Qui non c’è stato un dono di vita, ma una sottrazione. Sottrazione della vita nelle forme più crudeli – ha sottolineato don Priola – e inimmaginabili per la fantasia più fervida che possa esserci tra di noi. In questo momento dobbiamo ravvivare il timore di Dio che è amore, non paura: dobbiamo rifiutare chi bussa alla nostra porta offrendo un vangelo che non conosciamo, perché i risvolti possono essere imprevedibili.”
Anche il sindaco Pino Virga, presente alla veglia, ha espresso il suo dolore. Con lui c’era anche il sindaco di Aragona, paese d’origine della famiglia di Antonella Salamone.
“Kevin ed Emmanuel avevano sogni, aspirazioni, passioni. Che sono state strappate barbaramente anche ad opera da chi avrebbe dovuto rappresentare un porto sicuro per loro, che aveva giurato anche di amare Antonella. Io provo strano nel pensare ad Emmanuel che non poteva chiamare «papà» in quel momento, perché anche suo padre era carnefice. Siamo tutti sconvolti e addolorati: questa è Altavilla, che piange prega e soffre per quanto è accaduto.”