La vicenda ha radici lontane, è stata sempre sottovalutata dagli editorie soprattutto dagli stessi giornalai, che guardando il collega come probabile concorrente ha sottostimato l’evoluzione del male che lentamente s’insinuava nella categoria. Oggi ci siamo ritrovati in un declino senza via di ritorno.
Partiamo dagli anni ’80, quando i barbieri per intrattenere i propri clienti acquistavano il quotidiano locale per commentare all’interno della sala i fatti accaduti. Ancora la nostra categoria viaggiava ad alta velocità, quindi nessuno di noi si rendeva conto della tragedia che si stava sviluppando.
Negli anni ‘90 quando la crisi economica iniziava a colpire un po’ tutti, e arriva a colpire anche il caffè, ecco che i baristi iniziano a darsi da fare, e pensano di migliorare la loro situazione. Infatti, bastava spendere pochi soldi per riacquistare la clientela. Mentre gli edicolanti incuranti della nuova insidia continuavano a essere indifferenti, molti bar hanno iniziato ad acquistare un quotidiano per intrattenere e far spendere nella propria attività i clienti, e andando avanti per soddisfare i propri clienti sono arrivati anche a comprare più quotidiani al giorno, agevolando la famosa lettura “a sbafo” (loro riacquistavano i clienti noi li perdevamo).
Mentre noi andavamo indietro con le vendite dei quotidiani, che per le edicole era il motore trainante di tutti i prodotti editoriali, gli editori continuavano a guardare da lontano (intanto loro, gli editori, prendono sempre soldi dallo stato e dalle pubblicità). Mentre, la gente, continua a ignorare la nostra situazione sempre più decadente, e le entrate economiche foraggiate dallo stato agli editori, (soldi pubblici).
Dagli inizi degli anni 2000 quando internet si diffuse attraverso i tablet e ancor di più con gli Smartphon tutto diventa più complicato. Noi edicolanti continuiamo a perdere clienti, ma non sono più solo i bar, che ci fanno perdere i clienti, ma l’evento stratosfericamente demolitore di tutto il comparto e non solo è Internet.
Noi edicolanti non abbiamo più le forze per tirare avanti, e una dopo l’altra inizia la caduta. Una dopo l’altra le edicole iniziano a chiudere i battenti, e ancora l’incuria di chi stampa incessantemente giornali, non curandoli e non adattandoli all’era moderna.
Siamo arrivati nel 2020. Inizia una catastrofica pandemia, siamo stati dichiarati dallo stato come categoria indispensabile e quindi non potevamo chiudere le nostre rivendite per difenderci dalla pandemia.
Dopo tale disastro non ce l’abbiamo fatta più a sopportare una crisi così profonda e un tale gravoso onere di sopportazione dal lato economico finanziario. Dato che siamo stati abbandonati soprattutto dallo stato.
Oggi siamo rimasti in pochi, e fa impressione sentire dire che in alcuni paesi non esistono più edicole, e laddove ci sono, non arrivano più i giornali che tutti dovremmo trovare. Perché ricordo, che gli edicolanti da sempre hanno garantito la pluralità, garantendo la democrazia, dando al cliente la facoltà di decidere cosa leggere. Anche perché a oggi il cartaceo è l’unica fonte da dove poter accedere proprio grazie alla libertà di scelta.
Vorrei ricordare a tutti che l’informatica usa gli algoritmi, per cui ogni qualvolta ci s’interfaccia in una pagina scritta da qualche anonimo, gli algoritmi vi porteranno sempre esso per prendere le notizie, facendovi perdere la facoltà di scelta, perdendo, di fatto, la libertà di opinione.
Non perdete la libertà è un dono che ci hanno regalato i nostri padri costituenti.