Molti i temi affrontati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di fine anno.
Ha parlato di guerra giovani e futuro.
«Se questo è stato l’anno della guerra, dobbiamo concentrare gli sforzi affinché il 2023 sia l’anno della fine delle ostilità, del silenzio delle armi, del fermarsi di questa disumana scia di sangue, di morti, di sofferenze». Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio di fine anno. Un’ampia porzione del messaggio agli italiani guarda alle crisi internazionali. «La pace – dice Mattarella – è parte fondativa dell’identità europea e, fin dall’inizio del conflitto, l’Europa cerca spiragli per raggiungerla nella giustizia e nella libertà. Alla pace esorta costantemente Papa Francesco».
Ma nel frattempo la guerra in Ucraina prosegue e si fa ogni giorno più cruenta. «Di questi ulteriori gravi danni – afferma il presidente della Repubblica – la responsabilità ricade interamente su chi ha aggredito e non su chi si difende o su chi lo aiuta a difendersi».
«La speranza di pace – incalza il capo dello Stato – è fondata anche sul rifiuto di una visione che fa tornare indietro la storia, di un oscurantismo fuori dal tempo e dalla ragione. Si basa soprattutto sulla forza della libertà. Sulla volontà di affermare la civiltà dei diritti. Qualcosa che è radicato nel cuore delle donne e degli uomini. Ancor più forte nelle nuove generazioni». E in modo ancora più esplicito aggiunge: «Lo testimoniano le giovani dell’Iran, con il loro coraggio. Le donne afghane che lottano per la loro libertà. Quei ragazzi russi, che sfidano la repressione per dire il loro no alla guerra».