Un tempo l’arte e l’artigianato erano necessari, oggi sia l’arte sia l’artigianato in un certo senso sono superflui, quantomeno non servono più per la sopravvivenza dell’uomo: il contenuto dell’opera d’arte spesso non è più narrativo e l’oggetto d’artigianato, ad esempio il carretto, non è più un valido mezzo di trasporto. Tutta colpa/merito del cosiddetto progresso del pensiero non illuminato.
Una dissertazione che ci porterebbe lontano da questa riflessione che invece verte sull’etimologia delle parole: arte e artigianato.
A Bagheria si fa confusione sul significato di queste due parole che invece dovrebbero essere chiare, se vogliamo confermare il nostro ruolo di città delle ville e della cultura. Per questo intendo disquisire sulla diversità tra arte e artigianato e più precisamente tra artista e artigiano.
È noto a tutti che l’artista diversamente dall’artigiano è un creativo, indipendentemente s’è pittore, scultore, fotografo, regista o altro; e visto che sono in vena di spararla grossa, per fare l’esempio del creativo citerò Dio che ha creato l’universo. Creare vuol dire fare quello che non è mai stato fatto prima. Invece l’artigiano non crea, ma con la sua mente, con la sua esperienza e soprattutto con le sue abili mani, costruisce oggetti secondo il rito della ripetizione e talune volte fa cose meravigliose. Continuando con la mia blasfemia farò pure un esempio di artigiano, San Giuseppe, il “falegname” marito di Maria Santissima.
So che sono esempi paradossali, ma servivano a far capire che entrambe le figure, artista e artigiano sono importanti, pur avendo missioni diverse. Quindi, se al bar, durante una passeggiata ai giardini pubblici o nei salotti si fa mescolanza tra arte e artigianato ci può pure stare, ma, se l’argomento è affrontato in un discorso ufficiale, come mi è capitato di ascoltare, questo è un errore. A maggior ragione perché ci troviamo nella città delle ville e della cultura, dove a tutti è capitato di ascoltare dotte esternazioni del professor Lo Piparo, quando dice che le ville barocche di Bagheria sono radice e madre della nostra cultura.
Foto: Opera di Elio Cassarà, “45 21”, 70×130 cm, olio su lino, 2021 esposta nella mostra “Il colore del vento” presso la Biblioteca Pushkin di Mosca.