Il nucleo investigativo dei carabinieri di Palermo, ha sequestrato beni per un valore di 800 mila euro a Nicolò Testa, bagherese, ritenuto inserito nella famiglia mafiosa di Bagheria.
Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, che aveva accolto le richieste della locale Procura della Repubblica.
Testa era stato arrestato nel 2015, nell’operazione “Panta Rei” con l’accusa di aver retto la famiglia mafiosa di Bagheria, in particolare per essere stato un punto di riferimento per l’imposizione delle estorsioni nell’area di influenza, riportando una condanna di primo e secondo grado a 13 anni e 6 mesi di reclusione. Recentemente, a giugno di quest’anno, Testa è tornato in libertà.
Ancora prima, Nicolò Testa era emerso quale soggetto interessato personalmente nella complessa gestione, nel comprensorio bagherese, della latitanza di Bernardo Provenzano, oltre ad essere persona di fiducia di Giuseppe Di Fiore.
Il provvedimento di sequestro ha riguardato i seguenti beni, tutti insistenti nel comune di Bagheria, del valore complessivo di circa 800.000 euro:
– impresa individuale, operante nel settore edile, con relativo complesso dei beni aziendali, costituito in particolare, da ulteriori due imprese operanti nel medesimo settore e numerosi mezzi di trasporto ed industriali;
– 3 appezzamenti di terreno;
– il 50% di un appezzamento di terreno;
– corte di metri quadrati 190.