E finalmente truvau, dopo tante ricerche e dubbi, il significato del detto: “nasciu ca stidda nfrunti”. Il detto è da ricondurre alla storia sacra.
Anticamente l’immagine di San Domenico veniva raffigurata con una stella sulla fronte. Secondo alcuni storici, la madrina che lo tenne a battesimo vide una stella risplendere meravigliosamente sulla fronte del battezzato; secondo altri, la mamma lo vide come se avesse il chiarore della luna in fronte. Con la qual cosa veniva evidentemente preannunciato che egli sarebbe stato dato in luce alle genti. Con il tempo il detto ha assunto un significato diverso. Tale detto veniva pronunciato dalla gente per sottolineare la fortuna del nascituro. Quindi quando diciamo “nasciu ca stidda nfrunti” vogliamo sottolineare che quel tipo è un uomo fortunato e che in qualsiasi cosa riuscirà sempre bene.
Un altro detto simile può essere: “si cari a muòddu niesci asciuttu”. Anche questo detto evidenzia la fortuna e non l’abilità di una persona. Significa ca se cadi in acqua hai la fortuna di uscirne asciutto. Nel senso che non ti succede mai niente. A volte la vita è accussi, ma non per tutti. Piccole curiosità nostrane. Un altro detto tipico con la parola “stidda” è “viriri i stiddi i menzjuinnu” che tradotto significa: vedere le stelle a mezzogiorno. Una cosa sicuramente insolita dal momento che, come tutti noi sappiamo, le stelle si vedono la notte. Nel nostro dialetto anche le parole più assurde hanno un significato. Di solito si usa in tono minaccioso per indicare che succederà qualcosa di così insolito tanto che vedrai qualcosa che non hai visto mai, addirittura di starordinario. Ovviamente c’è pure un po’ di esagerazione. Chidda un manca mai quando si parla di siciliani. Perchè questo detto? C’è una spiegazione anche scientifica che cercherò di spiegare a modu mia. Me figghiu, tre natali fa, mi sbattiu forte nel mio occhio destro una maracas ossia uno strumento a percussione rotondo nella parte superiore e sotto ha un manico che serve per scuoterlo. U picciriddu u nu fici appuosta! Stu picciriddu mi nni riètti un colpo nell’occhio ed io dal dolore vitti i stiddi. Ho avuto la percezione di vedere dei puntini luminosi scintillanti, attipo piccole stidduzze. Mi nfuimmau chi duttura e mi rissiru che questo fenomeno è dovuto alla presenza di una sostanza gelatinosa chiamata corpo vitreo, una sostanza che avvolge gran parte del bulbo oculare e che ha la funzione di proteggere l’occhio e di fare passare i raggi luminosi. Quando si prende un sbattuni questa sostanza libera dei frammenti che stimolano la retina dando luogo a questi scintillii luminosi. Ecco svelato l’arcano mistero. Matri Santissima chi semu cumplicati!
Baciamu li manu!
Anna Citta è una docente di Lingua e Letteratura Inglese. Vive a Porticello, un piccolo borgo marinaro. Ha due grandi passioni: il mare e il dialetto siciliano. Da circa 10 anni Si interessa di tradizioni popolari e di detti tipici del nostro dialetto, usi e costumi, proverbi e altro. Il suo è uno studio senza fine, una grande passione che coltiva nel tempo libero. Pensa che studiare una lingua sia il modo giusto per entrare nella vita della gente, per capire i sentimenti di un popolo e il loro modo d’essere, per sentirne gli odori, i sapori e conoscere il dolore della gente. Per questo ama la Sicilia e la sua sicilianità.