Durante i meravigliosi anni Sessanta si cresceva a pane e bellezza, si marinava la scuola per un recital di Buttitta e si rinunciava ad un pomeriggio con la ragazza per vedere una mostra di Guttuso.
Un pensiero attribuito a Luigi Pirandello arriva a noi ancora oggi per la natura dell’uomo: “Imparerai a tue spese che lungo il tuo cammino incontrerai ogni giorno milioni di maschere e pochissimi volti”. Come dire, siamo più soli di quanto pensiamo. C’est la vie!
Infatti, pensavo che con le mie prese di posizioni alternative, per la verità non proprio zuccherine, avrei potuto contribuire a migliorare il “Museo Guttuso”, ma c’è chi dietro la maschera si ostina a fare di testa propria impedendomi di raggiungere l’obiettivo. Si badi bene, con questa sconfitta io non ho perso nulla, sono gli altri che forse perdono qualcosa.
Diciamo subito che mi occupo d’arte da quando portavo i pantaloncini corti, nel corso di tutti questi anni ho fatto molti errori, dei quali pian piano ho preso coscienza e mi sono arricchito di esperienza; ho confrontato le mie idee con personaggi dei massimi livelli internazionali, Palma Bucarelli, Gillo Dorfles, Bruno Bischofberger ed altri e con queste credenziali ho dato vita a Museum. Questa esperienza l’avrei voluto esportare al museo civico attraverso alcune proposte, ovviamente a titolo gratuito. Ad esempio avrei voluto suggerire un assetto diverso all’allestimento del museo, per evitare che i fruitori trovino in una stessa parete opere dalle pennellate vigorose e calde di Guttuso insieme ad un piccolo freddo dipinto monocromo, giallo mimosa, di Turi Simeti, o ancora, un grande artista internazionale accanto ad un pittore di belle speranze; e infine, sostituire il principio della quantità con quello della qualità.
Dato che non vengo ascoltato, il mio auspicio rimane quello di vedere al più presto a Villa Cattolica un direttore capace di assicurare alle nuove generazioni il nutrimento dell’anima, senza che queste debbano andar fuori da Bagheria, fruendo i nostri beni culturali: i dipinti di Guttuso, le poesie di Buttitta, le foto di Scianna, i film di Tornatore e le tante altre opere di artisti bagheresi, celebrati in ogni parte del mondo, ad esempio, Nico Bonomolo è appena rientrato da Monaco di Baviera, dove sono stati presentati i suoi corti all’I.I.C.
Cari amici bagheresi, penso che sia questo il nostro “Pnrr” per il futuro, quello che dovremmo mettere a reddito e prima lo facciamo, prima avremo trovato l’alternativa al limone che non c’è più.
In fondo siamo o no un paese di creativi e intellettuali? O pensiamo veramente che poiché lo sfincione bianco di Bagheria è buono, possiamo cambiare il motto della nostra comunità in “Città del gusto”?
Chiudo con una raccomandazione agli amministratori comunali. Vi prego, non tenete conto delle mie indicazioni se non vi convincono, ma non fatelo per un dispetto, perché il male non lo fate a me, ma ai bagheresi, quelli che vi hanno votato per il bene della Città.
Foto: Chin Hsiao, “Samantha” (Donna che ascolta), tecnica mista su carta di riso, cm 25×34,2. Collezione Museum, Bagheria.