Un altro bagherese si sta facendo onore fuori dalla sua città d’origine.
Si chiama Fabio Lo Piparo, ha 32 anni ed è un giovane poliedrico nel campo della moda e dello spettacolo.
Lo Piparo ha dato vita a Firenze alla mostra “Medicea Maniera” esposizione di abiti, gioielli e tessuti ospitata dai prestigiosi locali di Museo de’ Medici e resterà visibile fino al 18 febbraio.
Il museo fiorentino Pitti Immagine Uomo 2022 ha deciso di esporre le creazioni di alta sartoria del talentuoso Lo Piparo che ripercorrono la moda a Firenze tra i sec. XV – XVII.
Le creazioni di Fabio fondono cultura storica e sapere sartoriale.
Ogni dettaglio è curato nel minimo particolare e chi segue la rievocazione e la moda storica sa bene quanto complesso sia dar vita ad abiti filologicamente corretti ed attendibili.
Gli abiti di Lo Piparo si fondono con i locali che li ospitano e si sostanziano con i preziosi gioielli di Tharros Bijoux, che tanto amo e che ho avuto il piacere di indossare nel tempo in alcune rievocazioni.
Lungo e articolato il curriculum del giovane bagherese.
Si è maturato al liceo classico “Francesco Scaduto” di Bagheria con 100/100 e lode, ha conseguito la laurea Laurea Triennale in Antichità Classiche e Orientali – Università degli Studi di Pavia Tesi in Drammaturgia Greca con 110/110 e lode e la Laurea Magistrale in Filologia, Letterature e Storia dell’Antichità Università degli Studi di Pavia Tesi in Drammaturgia e Iconografia Greca con 110/110 e lode. Parla italiano, inglese e francese.
Ha studiato tecniche attoriali con Rinaldo Clementi a Bagheria. Come controtenore ha cantato musica rinascimentale e barocca a Milano, Urbino, Venezia in formazioni madrigalistiche e corali. Ha studiato danza antica con Letizia Dradi a Milano, approfondendo Danza del Quattrocento, Nuovo Stile Italiano e Belle Danse Française con laboratori, stage e masterclass a Genova e altre città, esibendosi su coreografie originali e nuove ricostruzioni a Verona, Genova, Milano, Bologna.
Concentrato soprattutto sulla moda europea dal quindicesimo al diciottesimo secolo, come costumista e sarto disegna e confeziona capi e accessori storici su commissione. Ha studiato la tecnica dell’alta sartoria artigianale italiana col maestro Santo Zumbino a Milano.