110 anni fa nasceva a Bagheria Renato Guttuso, uno degli artisti più importanti del 900.
Per l’occasione oggi avrà luogo il concerto “Aeolian vocal ensemble” a villa Cattolica, a Bagheria, con inizio alle 18,30. Si esibiranno Alessandro Pisciotta al pianoforte, Salvatore Di Blasi tenore e Monica Faja, direttore.
L’evento è promosso anche dal comune di Bagheria, per la stagione concertistica Città di Bagheria. l’ingresso è riservato ai possessori del grenn pass.
Vita e opere.
Renato Guttuso nasce a Bagheria il 26 dicembre 1911 in una famiglia di idee liberali: la nascita fu denunciata a Palermo il 2 gennaio 1912 per contrasti con l’amministrazione comunale di Bagheria.
Manifestò’ già in tenera età la predisposizione alla pittura.
A 13 anni datava e firmava i propri quadri. Nel 1928, diciassettenne, partecipò alla sua prima mostra collettiva a Palermo, dove si era trasferito per gli studi.
La sua arte sociale matura alla fine degli anni ’30 durante un soggiorno a Milano. Poi a Roma, dove stringe rapporti con colleghi come Mazzacurati, Fazzini, Cagli, ma soprattutto con il critico Antonello Trombadori, con cui iniziò un sodalizio intellettuale e politico che lo accompagnò per tutta la vita.
Se la Crocifissione fu il dipinto che gli dette la fama, pur fra mille polemiche da parte del clero e del fascio, la sua ricerca pittorica non venne mai meno anche negli anni difficili della guerra.
Sposata nel ’47 la compagna e fidata confidente Mimise, realizzò opere come pausa dal lavoro, diventata simbolo della rinascita, a cui lo stesso Pasolini dedicò una poesia, capolavori quali “Canottieri che cantano”, “L’occupazione delle terre incolte” che presentò alla Biennale di Venezia del 1950.
Intanto la figura femminile diventava dominante nella pittura come lo fu nella vita privata e fra i dipinti più grandi figura “Donne stanze paesaggi oggetti” del ’67, oggi esposto al museo Guttuso a lui dedicato a Bagheria.
Senza parlare della serie di opere in cui ritrae Marta Marzotto, musa ispiratrice e modella prediletta, a cui fu legato sentimentalmente per lunghi anni. L’afflato civile, però, non viene mai meno.
Degli anni ’70 sono le opere più celebrate, dai “Funerali di Togliatti” (1972) alla “Vucciria” (1974), meraviglioso affresco del mercato palermitano dove il realismo è crudo e sanguigno come le carni esposte sui banconi insieme a un tripudio di ortaggi e frutta.
Muore il 18 gennaio del 1987 a Roma.
La sua morte fu in odore di conversione, che divenne un caso animando le cronache del tempo.
A Bagheria, Guttuso lasciò molte opere (circa 400 sia sue che di altri artisti), oggi esposte nel museo di Villa Cattolica a lui dedicato, dove è sepolto. La sua tomba è opera dello scultore e amico Giacomo Manzù.
L’erede universale Fabio Carapezza Guttuso negli anni ne ha conservato e promosso la memoria con moltissime mostre in giro per l’Italia e l’Europa.