Negli anni cinquanta, quando la televisione faceva appena i primi passi, i giornali e le riviste erano le uniche vetrine disponibili per chi voleva apparire, ma erano pressochè inarrivabili.
Ecco perchè quando una persona del paese appariva, con una foto o semplicemente con il nome, su un giornale era un avvenimento. Subito girava la voce: “O tiziu ‘u misiru ‘nto giurnali”. Tutti correvano in edicola a comprare quel numero del quotidiano in questione.
Leggevano, o facevano leggere ad altri se non erano abili allo scopo, e poi commentavano il contenuto dell’articolo e la qualità dell’eventuale foto.
Una volta capitò che su un giornale isolano furono messe due foto una accanto all’altra: una ritraeva un delinquente che aveva commesso un omicidio e l’altra un buonuomo che aveva ricevuto una benemerenza. Sotto la foto vi erano gli articoli relativi. Il guaio fu che qualcuno al giornale aveva scambiato i nomi dei due soggetti. Quando i familiari del buonuomo si accorsero dell’errore si precipitarono al giornale e ne volevano conto e ragione.
il giornalaio dovette nascondere le copie del giornale, ma continuò a venderlo sottobanco. La notizia, infatti, si era diffusa in paese e tutti volevano soddisfare la loro curiosità.
Quando c’è stata l’invasione delle radio private e, successivamente, delle televisioni, è stata offerta a un più vasto pubblico la possibilità di apparire. Recentemente, grazie, al computer, si è avuta una grande diffusione di giornali locali, dei quali oggi viene offerta ai cittadini una informazione capillare sul fatti che avvengono nel territorio in cui vivono.
Oggi,vedendo la foto di un amico su un giornale, nessuno più esclama “u misiru ‘nto giurnali”!
