Era ricercato in Italia dal 2007, ma faceva tranquillamente la spesa nel grande centro commerciale “Sambil” di Porlamar, graziosa cittadina venezuelana sull’isola di Margarita. Il boss palermitano Salvatore Bonomolo, 47 anni, è stato fermato venerdì sera dalla polizia locale, sulla base delle indicazioni ricevute dagli investigatori della sezione Catturandi della squadra mobile di Palermo.
Bonomolo non aveva mai interrotto i suoi contatti con la Sicilia, e gli è stato fatale. Da aprile, i poliziotti della Mobile erano sulle sue tracce, e poco a poco il cerchio si è stretto, fino all’individuazione del residence dove si nascondeva.
Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dal sostituto Lia Sava.
Gli inquirenti ritengono che in questi ultimi anni Bonomolo abbia fatto velocemente carriera in Cosa nostra: da esattore del pizzo, al servizio della famiglia di Palermo Centro, sarebbe diventato uno degli ambasciatori dei boss siciliani in America Latina, probabilmente per nuovi affari di droga. Naturalmente, lui continua a negare tutto. Ai poliziotti venezuelani ha addirittura denunciato uno scambio di persona: al momento dell’arresto, ha detto di essere un tranquillo turista italiano in viaggio di piacere. Ma non ha convinto, anche perché le indicazioni della nostra polizia erano molto precise. La prova delle impronte digitali ha dato la certezza sulla sua identità.
Adesso, Bonomolo è detenuto in un carcere di Caracas, in attesa dell’udienza che dovrà decidere per l’estradizione. In Italia l’aspetta una condanna a 10 anni e 4 mesi per associazione mafiosa ed estorsione. (repubblicapalermo.it)