di Martino Grasso
La chiusura di tutte le attività per l’emergenza coronavirus, ha messo in ginocchio molti lavoratori. Fra loro anche quelli stagionali che operano nel settore turistico di Cefalù. Si tratta di circa mille persone, fra cui molti residenti a Bagheria e dintorni.Nei giorni scorsi hanno inviato una nota al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e al Presidente della Regione, Nello Musumeci.
Chiedono l’applicazione del decreto legge “Cura Italia” in base al quale viene riconosciuta una indennità per il mese di marzo di 600 euro.
Al momento attuale non hanno ricevuto nella somma, perché il codice identificativo non risulta fra quelli considerati beneficiari.
“Il provvedimento costituisce -sottolinea Emanuele Basile-, un importante segnale di attenzione nei confronti di una platea di destinatari il cui livello di tutela è generalmente inferiore rispetto ad altre tipologie di rapporto di lavoro e proprio alla luce di questo non si comprende per quale motivo i lavoratori stagionali dovrebbero essere esclusi da tale beneficio previsto.
Qualora la questione fosse solo interpretativa, ovvero non fosse chiara la platea dei destinatari del sussidio previsto, ad avviso ritengo gli stessi vanno individuati nel senso più ampio, come del resto suggerisce il tenore testuale della disposizione.”
I lavoratori sottolineano che “la norma è volta a tutelare le sorti dell’ingente numero di lavoratori stagionali del turismo che stanno vedendo le loro opportunità occupazionali azzerate a causa del crollo della domanda turistica derivante dall’emergenza epidemiologica in corso, a prescindere dalla forma di impiego. In tale prospettiva, si tratta di una misura che deve avere carattere generale e che quindi deve tutelare indiscriminatamente ed in modo paritario tutti i lavoratori stagionali del settore turismo.
Si ricorda che i suddetti lavoratori stagionali, nel periodo dell’emergenza Covid-19, hanno attinto a proprie risorse economiche attraverso gli strumenti degli ammortizzatori social, di cui erano in possesso, per un periodo limitato.”
Un altro punto che viene messo in evidenza è l’indennità mensile di disoccupazione.
“Auspichiamo nel merito -continua Basile- anche un intervento al riguardo, che ad oggi non risulta essere uno strumento idoneo in grado ad assicurare una copertura economica adeguata al momento storico che stiamo vivendo e il ripristino del vecchio ammortizzatore sociale l’ ASPI.
In tal senso volevo porre e chiedere degli interventi in politica del lavoro, sia regionali che nazionali, efficienti e delle misure per la nostra categoria di lavoratori stagionali per il periodo 2020/2021, fino alla normale ripresa economica. Le misure che potrebbero essere sono: NASPI in deroga per detto periodo, i giorni dall’ entrata in vigore del decreto Cura Italia fino alla stagione marzo 2021 non devono essere decurtati dalla NASPI che abbiamo maturato, esonero dei contributi a carico dei datori di lavoro che in questo periodo 2020/2021 instaurano rapporti di lavoro con i lavoratori stagionali. Ecco un “status di lavoratori stagionale”.”
Basile conclude dicendo che “non credo di esagerare nel rappresentare il timore che in questo momento particolarmente difficile, disparità del genere possano sfociare in vere e proprie situazioni di allarme sociale, che se non risolte potranno solo inasprire gli animi dei lavoratori stessi.”
