Trentanni fa la mafia uccise Paolo Giaccone, medico legale del Policlinoco.
Giaccone venne ammazzato fra i viali dell’ospedale palermitano perchè aveva ricevuto l’incarico di esaminare un’impronta digitale lasciata dai killer che nel Natale del 1981 avevano scatenato una sparatoria tra le vie di Bagheria con quattro morti come risultato. L’impronta era di Giuseppe Marchese, un killer della cosca di Corso dei Mille ed era l’unica prova che poteva incastrare gli assassini.
Il medico ricevette delle pressioni perché aggiustasse le conclusioni della perizia dattiloscopica. Giaccone rifiutò ad ogni invito e ogni minaccia e il killer fu condannato all’ergastolo, Giaccone alla morte.
In seguito il pentito Vincenzo Sinagra rivelò i dettagli del delitto indicando Salvatore Rotolo che venne condannato all’ergastolo al primo maxi processo a Cosa Nostra per l’omicidio di Giaccone. Per le minacce al dottore fu arrestato un avvocato che al telefono lo avrebbe invitato a cambiare i risultati della perizia dattiloscopica.